Sinergie Olistiche
Economia del Cuore

Marcello Spinello: l'Economia del Cuore

 

Durante il primo lockdown, la Comunità di Etica Vivente - un’associazione di Città della Pieve (PG), caratterizzata dall'impegno di costruire una coscienza di gruppo ispirata dai principi etici, presupposto per la realizzazione di valori superiori come la fratellanza e la cooperazione - ha proposto sulla sua pagina facebook, delle conversazioni sul futuro, per parlare degli strumenti che possano aiutarci a ridefinire il tempo che verrà.
Ripensare al nostro futuro e delineare cambiamenti fattivi è un’esigenza molto sentita in questo periodo storico, che ci invita ad un rinnovamento. Si avverte la necessità e il desiderio di non ritornare a schemi precedenti e per ripartire è fondamentale farlo considerando due aspetti molto importanti: la creatività del pensiero e la sensibilità del cuore.  

Il pensiero che crea e il Cuore, motore di rinnovamento di Marina Bernardi, sono stati appunto gli argomenti apripista discussi durante queste conversazioni che sono arrivate a toccare settori molto importanti come quello dell’Economia. Il tema lavoro e futuro è stato sviluppato invece da Marcello Spinello, vicepresidente della Comunità di Etica Vivente e responsabile della Scuola di Economia Spirituale, intervistato da Mariuccia Sofia, medico e giornalista.

Qui di seguito, abbiamo voluto riportare una buona parte del suo intervento del 13 maggio 2020, che ci ha colpito particolarmente, dal titolo: Ripartiamo dall’Economia del Cuore.

 

Mariuccia Sofia:
Marina Bernardi ha detto che il cuore pensa e la mente sente. Quando noi portiamo l’attenzione, ci accorgiamo che ci permette di spostare energia su ciò che vogliamo. Oggi vogliamo spostare l’attenzione sull’Economia del Cuore.
Ma prima di tutto cos’è l’Economia?

Marcello Spinello:
Teniamo questa domanda nel cuore. Il cuore ci dice di voler indagare. Cerchiamo di esplorare questo campo, facciamolo senza pregiudizi e iniziamo questo viaggio. Lo possiamo iniziare a compiere penetrando la parola e dunque approdando a quella preziosa arte che è l’etimologia della parola. La parola Economia è composta da due parole differenti: Oikos e Nomos. Oikos vuol dire dimora, casa, e Nomos significa Legge, regola o anche amministrazione. Dunque, la parola stessa ci sta rivelando qualcosa di molto profondo, che l’Economia quella con la E maiuscola è in primis l’amministrazione della nostra casa, la cura della casa. E’ a partire dal prendersi cura della casa, intesa anche come corpo che abito, a partire dallo spazio circostante, a partire dal pianete che vivo che dobbiamo iniziare e avere la consapevolezza che ogni nostra azione ha un effetto dentro e fuori di noi.

 

Mariuccia Sofia:
Come possiamo collegare l’amministrazione della casa con il cuore?

Marcello Spinello:
Prima ho detto che dovremmo muoverci come degli esploratori in un universo che non conosciamo. Ma la verità è che quando parliamo di economia abbiamo una serie di condizionamenti. Spesso quando parliamo di economia parliamo di finanza. Perché attualmente è la finanza che sta dominando il mondo, il mondo della politica, della scienza, della salute, dell’educazione. Ed è la finanza che non si sposa con il cuore. Perché la finanza ha un unico scopo: produrre denaro dal denaro. E’ questa è stata una stortura, perché il denaro è apparso su questo pianeta come mezzo di scambio, poi è diventato un deposito di valore e ad oggi è diventato un capitale che produce unicamente denaro. E questa grande avidità non ci consente di contattare il cuore. Perché per contattare il cuore dobbiamo prima di tutto vivere in una dimensione di fiducia e invece se ci affacciamo al mondo finanziario scopriamo che è un mondo di predatori. Ieri ho guardato un documentario di un economista che diceva: se voi andate nella savana troverete che c’è un leone in mezzo alle gazzelle. Il leone se ha fame aggredisce una gazzella e se la mangia, ma appena si soddisfa il leone sta insieme alle gazzelle senza attaccarle, mentre l’uomo non si soddisfa mai! Per cui se noi vogliamo veramente immaginare un rapporto dell’Economia con il cuore dobbiamo tutti insieme assumerci la responsabilità di creare una nuova Economia che parta veramente dal cuore. Perché in realtà l’Economia è fatta per amare. Perché l’Economia è relazione. L’Economia è scambio. L’Economia è dono e non predazione.


Mariuccia Sofia:
Il Papa ci ha ricordato che dopo questa emergenza dobbiamo tornare alle persone, di non impostare un’Economia cieca che guarda solo al profitto, ma dobbiamo immaginare un’Economia che ama, che include, che genera PROSPERITA’, prosperità per tutti. Ma questo è possibile? Hai usato delle parole chiave: scambio, relazione. In che senso la ricchezza è relazione?

Marcello Spinello:
Prima di arrivare ad una nuova Economia, dobbiamo guardare cos’è che abita nel nostro inconscio, perché fintanto che non guardiamo quello che ci muove, non possiamo andare oltre. E cosa ci muove? Purtroppo, nell’inconscio dell’umanità alberga la paura. E la paura da dove nasce? Nasce dal fatto che ancestralmente abbiamo una grande paura che è quella della carestia, che nasce dal fatto che in antichità spesso c’è stata carenza di cibo. Infatti, una delle più grandi paure che l’uomo ha è quella di rimanere senza cibo. Ma se prima non guardiamo questa paura e non guariamo, non capiremo mai che non ci mancherà mai nulla perché il pianeta terra abbonda di risorse. L’Economia del dono, l’Economia dello scambio, l’Economia del cuore passa da una guarigione. Dunque, se non guariamo e se non infondiamo di fiducia il nostro vivere e non comprendiamo che la scarsità è un’invenzione che ci tiene tutti come dei criceti in una ruota, non potremmo mai approdare ad una nuova tipologia di economia. Se non ci fosse questa paura della scarsità, le nostre vite sarebbero diverse. Questa emergenza ci ha dato la possibilità di fermarci e di comprendere che c’è forse un altro modo di vivere.


Mariuccia Sofia:
Abbiamo toccato il tema della paura di rimanere senza, che è alla base di questi processi di avidità che ci hanno portato nel tempo a generare un’economia meramente del profitto, dimenticando gli aspetti dell’etica dell’Economia. Abbiamo strumenti per passare ad un’Economia del cuore? Secondo le neuroscienze noi siamo programmati per dare e ricevere in modo assolutamente naturale e fisiologico, senza trattenere. Quali strumenti abbiamo per garantirci una modalità di scambio, di relazione più ampia?

Marcello Spinello:
Bisogna comprendere che ci sono due economie. C’è un’economia interna e c’è un’economia esterna. Noi impieghiamo tante energie per un’economia esterna a noi - Quale è il lavoro che devo fare? Di quanto denaro ho bisogno? Quali sono i bisogni che devo soddisfare? - mentre non capiamo che questa attenzione la dobbiamo rivolgere dentro di noi. Perché siamo noi, attraverso dei meccanismi interni che portiamo all’economia esteriore, creiamo la nostra realtà. Se non partiamo dalla conoscenza delle nostre paure profonde, che non ci fa avere fiducia, ci fa essere avidi - perché se tu non hai fiducia devi accumulare, perché c’è un pericolo possibile – se non capiamo che c’è una parte nascosta che è assetata di desideri da soddisfare, che ci fa comprare l’ennesimo paio di scarpe quando non ci serve, o l’ennesimo abito quando non ci serve, non potremmo andare verso una nuova Economia. Dunque, dobbiamo ricontattare noi stessi e ristabilire un governo centrale per essere degli operatori consapevoli. Perché purtroppo noi quotidianamente compiamo delle azioni e non ne abbiamo consapevolezza. Per esempio, noi sprechiamo tantissime risorse, senza esserne consapevoli. In Francia ci sono due reattori nucleari, la cui energia annua serve soltanto per alimentare quei dispositivi lasciati in stand-by in tutte le case dei francesi. Noi non siamo affatto consapevoli dell’energia che consumiamo e che sprechiamo. E ci sembra di aver bisogno di più di quello che ci serve. Un’altra lezione che ci sta dando questa emergenza sanitaria è che si può vivere una vita parsimoniosa.


Mariuccia Sofia:
Tu una volta hai detto che dovremmo ripartire dalla terra e dal cielo per poter risperimentare un nuovo modello di Economia. Ci spieghi bene in che senso?

Marcello Spinello:
Penso che dobbiamo essere profondamenti radicati sul nostro pianeta Terra nel senso di assumere la responsabilità e capire che ogni azione che compiamo ha un effetto su più livelli. Nello stesso tempo dobbiamo essere ben aperti verso il Cielo. Il nostro pianeta vive grazie all’energia solare. Sul nostro pianeta arrivano ogni 88 minuti 16 Terawatt di energia che noi non utilizziamo. Qui mi piace parlare del concetto di ABBONDANZA. Noi viviamo in un’apparente scarsità, anche di energia, perché per esempio in questo caso per noi non è un’energia accessibile. Non solo non ne siamo consapevoli, ma anche se ne fossimo consapevoli per noi non è accessibile.
Nel caso del sole, consiglio un piccolo esercizio quotidiano di connessione con il sole, che ci può consentire di affrontare la giornata in maniera completamente diversa. Noi abbiamo inventato i pannelli solari, abbiamo inventato i pannelli fotovoltaici, ma non siamo consapevoli che noi stessi possiamo diventare dei pannelli solari ad altissimo potenziale e ci possiamo caricare ogni giorno consapevolmente di questa energia e poi trasformarla e utilizzarla. Perché di fatto noi siamo dei TRASFROMATORI DI ENERGIA, di un’Energia abbondantissima ed infinita che però richiede che le nostre mani e i nostri piedi si mettano al servizio di questa Energia Infinita, affinchè il Cielo possa riversarsi in Terra grazie alla nostra opera.


Mariuccia Sofia:
Quando parliamo di scambio, parliamo di Economia Circolare. Che caratteristiche dovrebbe avere?

Marcello Spinello:
Penso che dobbiamo vivere l’Economia Circolare nel quotidiano. A livello delle grandi industrie è importante capire che già nella progettazione del prodotto è necessario prevedere come il prodotto verrà riutilizzato successivamente. Non solo riciclato, ma proprio riutilizzato. L’esempio più calzante è quello di utilizzare i fondi del caffè per produrre dei funghi. Noi stessi dobbiamo metterci in questo flusso di Economia Circolare, che non riguarda solo i massimi sistemi o le grandi organizzazioni, ma riguarda noi come individui. Perché dobbiamo rimanere in questo flusso di dare e di ricevere. E noi abbiamo un grande esempio. E’ l’esempio che ci dà la vita. Quando noi nasciamo per prima cosa, cosa facciamo? Respiriamo! E il respiro, se noi lo meditiamo, è un grande insegnante dell’Economia Circolare, perché il Respiro è fatto di 4 fasi: Inspiri, trattieni e accetti questa aria che ti arriva, Espiri, la doni nuovamente e rimani con questo vuoto. Purtroppo, spesso noi, o abbiamo difficoltà nel trattenere e rimanere con quello che c’è per rielaborarlo, o abbiamo difficoltà nel dare. Possiamo avere difficoltà in qualunque fase. Spesso abbiamo difficoltà in quei momenti di vuoto. Abbiamo una grande paura del vuoto. Ma voglio far riflette che se non ci fosse il vuoto non ci sarebbe il pieno. Può essere che nella nostra vita siamo chiamati a sperimentare dei momenti di vuoto, ma per sperimentare un pieno ancora più pieno. Ma nei momenti di vuoto, dobbiamo avere fiducia, che come esseri umani non ci mancherà mai nulla. Perché noi abbiamo un sole esterno, ma abbiamo anche un sole interiore, che è il cuore, ovvero la nostra dimensione creativa.

 

Mariuccia Sofia:
Spesso nei tuoi corsi di Economia Spirituale dici che i Monasteri sono stati i primi centri dove si è sviluppata un’Economia virtuosa. Cosa dovremmo fare ora, ritornare a quella dimensione?

Marcello Spinello:
Penso che il mondo della finanza, che ci fanno credere economia, ha sacrificato sull’altare tanti talenti. Sarebbe importante porci una domanda: “Ma che significato ha quello che faccio? Io realmente ho contattato il mio talento e realmente sto manifestando il compito esistenziale per il quale sono venuto al mondo? Oppure inseguo solo il successo, per la paura di non avere abbastanza, che però non è coerente con il mio talento?” Il concetto della coerenza e dell’integrità è fondamentale. Dovremmo tutti vivere una vita orientata su principi e valori superiori, ma soprattutto una vita orientata alla verità e non al tradimento di sé stessi. Il talento pressa per poter essere manifestato. Perché è un potenziale. E’ un’energia potenziale. E se noi non lo manifestiamo può provocare dei disturbi, fino ad arrivare a disturbi patologici. Quindi sarebbe bene porsi questa domanda: Quale è il mio talento? Perché sono venuto al mondo e quale è la parte che debbo svolgere? Personalmente mi immagino l’umanità come una grande orchestra, dove ciascuno deve scoprire quale è lo strumento che è chiamato a suonare. Spesso le persone suonano lo strumento di un altro, perché pensano di avere problemi di come fare a portare il pane a casa. Se noi riusciamo a trovare il nostro strumento da suonare, non ci mancherà mai nulla.

 

Mariuccia Sofia:
Queste conversazioni, ci dovrebbero anche aiutare a lanciare nel futuro delle immagini che poi possano diventare delle forme concrete. Dovremmo iniziare a riorientare diversamente il modo di questa circolazione di energia. Anche dell’energia denaro. Se ci ricordassimo che il denaro è l’equivalente energetico cristallizzato di un’opera di energia attiva che abbiamo immesso con il nostro lavoro, cambierebbe qualcosa nel nostro modo di percepire l’utilizzo del denaro e il modo di conservarlo o investirlo. Dobbiamo dunque fare una riflessione sul denaro, altrimenti lo lasciamo solo nelle mani dei finanzieri. E noi, comuni cittadini, come ci riappropriamo del corretto uso del denaro?

Marcello Spinello:
Nell’ambito economico questo è un tema scottante. I 22 uomini più ricchi al mondo, cioè quelli che detengono la maggioranza del denaro, hanno la stessa quantità di denaro di tutte le donne africane messe insieme. Per cui vi è una grossa diseguaglianza che non è più sopportabile. Però questo dipende anche dalla mancata assunzione di responsabilità da parte dell’uomo medio, chiamiamolo così. Abbiamo delegato il potere politico, abbiamo delegato il potere economico e quello finanziario. Il denaro è un’energia cristallizzata, di cui però noi ci dobbiamo assumere la responsabilità. Il problema è che culturalmente noi viviamo il denaro come qualcosa di sporco, invece ci dobbiamo ricordare che il denaro è un’energia neutra. […] Non posso ad esempio dire che l’energia elettrica sia buona o cattiva, dipende dall’uso che se ne fa. Sul denaro, come umanità, a partire dai singoli individui, dobbiamo fare un’operazione di perdono, di guarigione, di riappropriazione di questa energia. Perché abbiamo un grande senso di colpa di come nel passato come umanità l’abbiamo sprecato e abbiamo paura di rimanerne schiavi. E ricordiamoci che si può essere schiavi del denaro, ma si può essere schiavi anche della mancanza di denaro. Invece con il denaro bisogna instaurare un retto rapporto, ma soprattutto bisogna appropriarsene per utilizzarlo saggiamente, per utilizzarlo per noi, per soddisfare i nostri bisogni, sperando che possa soddisfare i bisogni più elevati, per la nostra famiglia, la nostra comunità di appartenenza, ma una parte destinarlo a progetti evolutivi che riguardano il maggior numero di persone. C’è questa visione trinitaria del denaro che andrebbe scoperta.

 

Mariuccia Sofia:
Sì infatti, andrebbe scoperta ed è per questo che c’è nella Comunità di Etica Vivente una Scuola di Economia che dura tre anni… Tante volte abbiamo detto che in questo periodo storico siamo chiamati a ricostruire la nostra casa, ma non solo la nostra casa solo per noi, come prima, ma per partecipare alla creazione di UN CAMPO DI PROSPERITA’ PER TUTTI. Quale modello di cooperazione potrebbe aiutare a far atterrare questa Economia del Cuore?

Marcello Spinello:
Hai utilizzato una parola magica, a me molto cara, che è cooperazione. Purtroppo, oggi c’è un’estrema competizione. Abbiamo detto che la nostra economia è estremamente predatoria, invece noi siamo chiamati a cooperare. Possiamo essere competitivi, ma nell’ambito di una cooperazione di base. Per cui dobbiamo riscoprire il valore della cooperazione. Per arrivare a tutto questo in realtà dobbiamo fare un passo indietro. Tu hai utilizzato una bellissima parola che è prosperità. Ma cos’è la prosperità? Se noi parliamo di ricchezza pensiamo ai nostri beni al nostro denaro, abbiamo un concetto molto condizionato e limitato della ricchezza, perché per esempio non pensiamo mai all’abbondanza in cui viviamo, all’abbondanza della natura che ci circonda, degli affetti, delle relazioni, perché purtroppo abbiamo mercificato tutto. Ma la vera ricchezza è la prosperità. La prosperità si basa su tre pilastri, che sono l’integrità, la frugalità e l’abbastanza.
Cos’è l’integrità?
Integrità è vivere una vita allineata a principi e valori superiori, vivere una vita coerente a questi principi che devono essere inderogabili.
Cos’è la frugalità? E’ un termine desueto, ancora più ricercato rispetto a parsimonia. Se andiamo ad indagarne l’etimologia scopriamo che deriva da frugi cioè sobrio, non ubriaco – perché noi ci ubriachiamo della ricchezza – che ha la sua radice in frux che significa saggio, retto temperato – un richiamo ad una saggia relazione con le risorse  - e fruo fare, godere, prendere piacere. Per cui l’uomo frugale è l’uomo che è sveglio, non ubriaco, è un saggio amministratore delle energie, ma che riesce anche a godere di quello che ha.
L’ultimo concetto è abbastanza. Quando è abbastanza? […] Noi viviamo in una grande abbondanza, ma per noi non è mai abbastanza. Diceva Lao Tzu : “Colui che sa di avere abbastanza è ricco” o vive nella prosperità, potremo dire noi.

Mariuccia Sofia:
[…] Un ascoltatore ci chiede: “Come si può essere coerenti senza far uso dei vecchi modelli di economia? Una volta aver fatto il campo libero è sufficiente per non tornare alla vecchia modalità?”

Marcello Spinello:
Ci possono venire incontro i Veda che parlano del principio in Economia del minimo sforzo.

Lao Tzu diceva: “Un essere completo conosce senza viaggiare, vede senza guardare e ottiene senza agire”.

Questo principio si basa su tre elementi

  1. La disponibilità ad accettare. Perché noi il vuoto non lo accettiamo. La prova non l’accettiamo. Non accettiamo la persona che ci dice ciò che non ci piace. L’evento sgradito non l’accettiamo. Oggi sarò disposto ad accettare qualsiasi circostanza, situazione, persona, che la vita mi mette d’avanti? Perché nella misura in cui noi non accettiamo, stiamo sprecando energia. Se io contrasto un evento, una persona, io spreco energia. Dunque, il primo punto è accettare il vuoto.
  2. Il secondo punto è assumere la responsabilità. Io mi faccio carico di questo vuoto e sono disponibile a dare una risposta. Perché responsabilità vuol dire appunto io do una risposta, sapendo che ogni problema contiene in sé una risoluzione.
  3. Il terzo punto del principio vedico è l’atteggiamento di non difesa. Cioè io non difendo la mia posizione, io non difendo le mie conquiste. La vita spesso ci fa assaporare il vuoto, perché vuole che noi abbandoniamo le nostre conquiste. E’ qui è la fregatura per noi uomini, perché ci innamoriamo delle conquiste che abbiamo conquistato. Invece siamo chiamati a sperimentare sempre nuovi traguardi, in un’ottica di cooperazione, perché sono convinto che nel futuro questa sarà la chiave: la cooperazione e il lavoro di gruppo.

 

Mariuccia Sofia:
Tu prima hai parlato dell’importanza dell’inconscio. In che senso l’inconscio è importante?

Marcello Spinello:
Se poni una domanda nel cuore, il giorno dopo riceverai una risposta. Molti inventori hanno utilizzato questa tecnica, senza conoscerla: deponevano nel cuore una domanda e la notte ricevevano, tramite sogni o intuizioni, delle risposte. Perché, ricordiamoci, che le nostre facoltà intuitive sono preziosissime. Le invenzioni non sono altro che dei precipitati che provengono da una parte più alta della nostra coscienza. Si dice che gli inventori sono quelli che si mettono in punta di piedi e guardano un po' più in alto. Dovremmo tutti imparare a metterci in punta di piedi. E qui mi piace parlare di un concetto importante. “Chiedete e vi sarà dato” perché nella misura in cui io sono impegnato a chiedere qualcosa, ad indagare su qualcosa, a richiedere una soluzione di qualunque tipo, fosse un’invenzione o anche una risoluzione di un mio problema, chiedendo alla parte più elevata della mia coscienza ho delle risposte. Quello che devo fare è allenarmi ad avere fiducia che ciò accada e ad accogliere i segni. Alle volte può essere anche un amico che ti porta un messaggio. Bisogna fidarsi. Io l’ho sperimentato e funziona veramente.

 

Mariuccia Sofia:
L’economia ha un valore strettamente connesso all’ecologia?

Marcello Spinello:
Non può esistere un’Economia che non sia strettamente connessa con l’Ecologia. Potremmo coniare il termine, che è già utilizzato, ECOLONOMIA perché qualunque azione che viene fatta contrastando l’equilibrio dei vari elementi la pagheremo cara. Abbiamo veramente poco tempo per riequilibrare la situazione. Perché dobbiamo tenere conto che negli ultimi 50 anni abbiamo consumato tantissime risorse planetarie, creando uno squilibrio economico notevole che si percepisce negli squilibri climatici. Riflettiamo che noi in un brevissimo lasso temporale abbiamo visto bruciare l’Amazzonia, quindi una notevole parte del regno vegetale, poi abbiamo visto in Australia gli incendi che hanno distrutto tantissima vegetazione e purtroppo anche tantissimi animali e poi siamo stati attaccati dal Covid-19 e dunque dobbiamo riunificare l’economia con l’ecologia, passando dal cuore, perché il cuore ama, il cuore rispetta.

 

Mariuccia Sofia:
Il cuore è un organo centrale di retta distribuzione dell’energia. Quindi se parliamo di economia del cuore dobbiamo anche immaginare ad una equa redistribuzione delle risorse. Sicuramente questo problema è molto sentito, ma non si capisce come. Ci sono stati dei tentativi della storia di redistribuire le risorse, ma hanno poi “toppato” perché si sono scontrati con l’egoismo umano o con il desiderio di prevaricazione. Cosa si può immaginare oggi in un processo di redistribuzione delle risorse?  E’ possibile vedere qualche modello che avanza in questo periodo?

Marcello Spinello:
La riflessione su cui vorrei porre l’attenzione è che noi non ci possiamo aspettare che le cose cambino dall’alto. Perché spesso ci aspettiamo che qualcuno dall’alto ci porti delle soluzioni. La sfida che io voglio lanciare proprio in queste conversazione è: iniziamo noi dal basso a sperimentare qualcosa. C’è qualcosa che è già stato sperimentato, come per esempio l’economia del Bene Comune per la redistribuzione degli utili in azienda, oppure maggior rispetto per l’ambiente. Ma penso che nel nostro quotidiano possiamo immaginare dei nuovi modelli. Noi diciamo sempre che la vita è un dono. Ma noi dobbiamo trasformare la nostra vita in un dono. Ma per fare questo dobbiamo avere la fiducia profonda nel nostro prossimo.

 

Mariuccia Sofia:
Un ascoltatore ci chiede: “Come riconoscere i progetti evolutivi su cui investire?

Marcello Spinello:
E’ bello pensare ad una trinità del denaro: il denaro per me, il denaro per la mia famiglia, il denaro per i miei progetti evolutivi.
Intanto dico di porsi la domanda nel cuore e il cuore risponderà. Come si riconoscono? Sono progetti che non danno un ritorno a chi li promuove, sicuramente sono impersonali, e riguardano un bene superiore per un maggior numero di persone. E riguardano il progresso. Noi nell’attuale economia siamo stati molto attenti alla crescita della ricchezza, siamo stati attenti allo sviluppo, che questa crescita portasse a dei cambiamenti organizzativi e strutturali della nostra società, ma non sempre siamo stati attenti al progresso, perché il progresso lo abbiamo quando la crescita e lo sviluppo si muovono su linee etiche e in diretto rapporto con tutti i regni e tutte le risorse, che non consumano, ma investono, che è una cosa completamente differente.

 

Mariuccia Sofia:
Quando prima hai parlato di come riconoscere un progetto evolutivo hai detto che non dà un ritorno personale materiale, ma in realtà possiamo dire che dà un ritorno immateriale che è la gioia, la gioia ad una compartecipazione a qualcosa che è più grande di noi, che ci espande, ci dà molta più vitalità ed energia. E qui ritorniamo al tema dell’Economia come risorsa energetica. Se scolleghiamo il tema dell’Economia dal tema del denaro, riusciamo a riconoscere che è più vicino al tema di un’energia vitale. Per molto tempo abbiamo ridotto il tema dell’economia ad un tema meramente materiale. Sicuramente è importante l’aspetto materiale, ma non possiamo limitarci a questo.

Marcello Spinello:
La gioia. La gioia è la risposta che il cuore ti dà rispetto all’azione che tu hai compiuto.
Un’Economia del Cuore è basata sull’Economia del dono.
I latini avevano due parole per parlare di dono: una era donum e l’altra era munus. Il donum era il dono senza obbligazioni. Il Munus si aveva quando qualcuno faceva un dono, ma chi lo riceveva non aveva nessuna obbligazione era quel dono che creava una relazione di reciprocità. Non era basato sul concetto do ut des – ti do per avere in cambio qualcosa – ma era un dono che si scambiava nella comunità. Tra l’altro comunità deriva proprio da cum munus, cioè condividere i doni.
Dunque, io faccio un dono e mi arriverà qualcosa indirettamente. Vivere la nostra vita come uno scambio reciproco di dono, dove dono è relazione. L’oggetto non è rilevante, io posso donare un sorriso, posso donare un consiglio di sostegno, posso donare 1 euro che vale molto di più di un altro che dona un milione di euro. […] Quello che dobbiamo scoprire nell’Economia del dono è la cura, la cura per noi stessi, la cura per il nostro prossimo, è la cura per gli altri regni, è la cura e l’amore per il pianeta. Ogni azione economica deve essere infusa di cura e di amore.

[…]

Nell’Economia possiamo agire manifestando un principio maschile, più volitivo, che incide la materia o un principio femminile che cura lo spazio, che ama che contiene. Penso che l’Economia del cuore ha bisogno di tanto principio femminile, che dobbiamo manifestare a prescindere da quale sia la nostra sessualità. Il principio femminile deve essere un principio guida per ricostruire, immaginando di ripartire con una nuova Economia.

 

Potete ascoltare l’intervento completo di Marcello Spinello, che risponde alle domande di Mariuccia Sofia sul canale Youtube della Comunità di Etica Vivente.